Il Laocoonte ai Musei Vaticani, un’altra opera da non perdere
Il Laocoonte ai Musei Vaticani è un famosissimo gruppo scultoreo che fa appunto parte delle ricchissime collezioni vaticane. Questa gruppo statuario è considerato una delle più importanti opere scultoree di marmo del mondo ellenistico. Affascinante ed enigmatica, quasi inquietante e d imponente. Tutti i visitatori che decidono di entrare ai Musei Vaticani si soffermano a lungo ad ammirarla. Ecco quindi che dopo avervi parlato delle Stanze di Raffaello, ci soffermiamo su questa altra straordinaria opera.
Opera d’arte molto discussa, rappresenta il sacerdote troiano Laocoonte e i suoi figli soffocati dai serpenti mandati dalla dea Atena. La leggenda narra che Laocoonte infatti cercò di opporsi all’ingresso del cavallo di legno dentro le mura della città durante la guerra di Troia. Atena che parteggiava per i greci, decide pertanto di ucciderlo inviando il serpente.
L’opera venne ritrovata nel 1506 a Roma e sin dall’inizio suscitò molti dubbi. Analizzandola sotto il punto di vista artistico nascono controversie circa la sua realizzazione. Laocoonte è davvero stato realizzato in periodo ellenistico? Molti critici hanno ragione di credere che non sia così. Alcuni pensano piuttosto ad una realizzazione di epoca romana se non addirittura rinascimentale!
Il Laocoonte: la composizione scultorea più famosa dei Musei Vaticani
Partiamo dalla figura centrale, il Laocoonte. Il sacerdote veggente è un uomo sulla sessantina, di un ceto sociale elevato. Il suo corpo però è così muscoloso e possente, i n contrasto con la sua età e il suo solo di sacerdote. Per i canoni artistici dell’epoca, realizzare una statua che raffigura un uomo con tanta potenza fisica risulta inverosimile. I gusti dell’epoca non ammettono tale possanza neppure per ritrarre fauni, satiri e giganti. E perché è nudo? Ci ricorda più un ercole in giovane età piuttosto che un “vecchio” sacerdote devoto alla sua carica pubblica. Inoltre, invece che soccombere ai serpenti sta cercando di domarli per liberarsi dalla loro morsa mortale. Nell’arte greca vi è il senso di sottomissione al Fato, alla Natura che prevarica l’uomo. Al contrario qua abbiamo una scena completamente opposta, nessun accenno all’accettazione del suo tragico destino.
Altri segni che ci depistano dal pensare che sia stata realizzata dai greci è l’anatomia del figlio maggiore. Questo pur essendo in giovane età (si pensa che all’epoca avesse una decina di anni) ha il fisico di una persona adulta.Peraltro è risaputo che gli artisti greci conoscevano benissimo il corpo umano e i suoi cambiamenti fisici. Un errore di tale portata non lo avrebbe commesso nemmeno un giovane artista alle prime armi. L’insieme di questi errori ci fanno dubitare profondamente che possa essere stata realizzata da un meticoloso scultore greco.
Il gruppo del Laocoonte: chi è l’artista?
Adesso vi starete chiedendo “e quindi se non è stata realizzata in periodo ellenico, quando?”Ed eccoci quindi alle conclusioni del tutto. L’opera ci riporta ad uno spirito che cerca con tutte le forze di trascendere, di liberarsi, di aggrapparsi a quell’ultima speranza di vita che gli rimane, fino allo stremo delle forze e solo una corrente artistica era capace di far passare avanti alla perfezione il sentimento: il Rinascimento.
Purtroppo però restano tanti punti di domanda e niente è sicuro. Sarebbe bello poter avere una macchina del tempo che ci permetta di soddisfare le nostre curiosità. Per ora non abbiamo questa fortuna ma possiamo comunque farci emozionare da questo capolavoro ammirandola dal vivo ai Musei Vaticani. Ricordate di prenotare il vostro biglietto ai Musei Vaticani per non fare coda! Il Laocoonte si trova nel Cortile Ottagonale, che fa parte del Museo Pio Clementino, sezione greco-romana dei musei papali. Per raggiungere il cortile, è sufficiente seguire il percorso espositivo seguendo le indicazioni “Museo Pio Clementino” e proseguire fino al Cortile Ottagonale dove il Laocoonte domina sulle altre opere, in una delle nicchie laterali.