Il Cortile della Pigna e le sue sculture, un viaggio tra antico e moderno!

Il Cortile della Pigna ai Musei Vaticani. Se non siete mai stati ai Musei Vaticani, tenete in considerazione non soltanto la Cappella Sistina ma anche altri spazi, come ad esempio il Cortile della Pigna. È una delle prime tappe alla quale andrete incontro nella vostra visita, largo spazio aperto di 300 metri quadri adiacente ai corridoi e alle sale del museo. In caso di bel tempo, godetevi con tutta calma tutta l’estensione del cortile e prestate attenzione alle varie opere d’arte qui presenti.

Il Cortile della Pigna ai Musei Vaticani: perchè si chiama così?

Innanzitutto partiamo a descrivere questo luogo dal nome che porta. Il Cortile della Pigna deve innanzitutto il nome all’enorme pigna di bronzo che occupa la nicchia nord del cortile. Si tratta di un’opera risalenti al II secolo e doveva essere posta presso le terme di Agrippa. Probabilmente come parte di una fontana. Tuttavia probabilmente la posizione della pigna mutò col passare dei secoli. Infatti successivamente doveva essere posto nel quadrilatero esterno antistante la basilica costantiniana, quella che poi sarebbe diventata la Basilica di San Pietro.

Sappiamo di questa informazione anche grazie al padre della lingua italiana, Dante! Dante ha citato la pigna in un famoso passo della Divina Commedia: “La faccia sua mi parea lunga e grossa
come la pina di San Pietro a Roma,
e a sua proporzione eran l’altre ossa”. Tuttavia la pigna è un simbolo che si ritrova spesso in architettura romana. La pigna rimanda ad un significato di immortalità e rinascita.

Il Cortile della Pigna - photo by @ibh_photo

Il Cortile della Pigna – photo by @ibh_photo

Il Cortile della Pigna e Arnaldo Pomodoro

Dopo aver contemplato la pigna, continuate a camminare per la strada antistante la scultura. Avrete davanti a voi una scultura circolare ma molto più recente della Pigna. Si tratta di una delle sfere circolari dell’artista Arnaldo Pomodoro. Interessante la dialettica tra queste due sculture, entrambe rotondeggianti ma appartenenti a diverse epoche storiche.

La scultura di Pomodoro è una sfera circolare al cui interno si intravede un complesso meccanismo che ruota lentamente se mossa dal vento. Ecco le parole dello stesso artista a proposito della sua opera: “nel mio lavoro vedo le crepe, le parti erose, il potenziale distruttivo che emerge dal nostro tempo di disillusione”. È quindi un rapporto binario tra la perfezione esterna e immobile della superficie delle cose. Questa contrapposta alla complessità dei meccanismi che si celano sotto la superficie e la fanno muovere.

La sfera di Pomodoro, donata dallo artista al museo nel 1990, è probabilmente un’interpretazione personale dello stesso museo. Ricco insieme di opere d’arte che attira visitatori da tutto il mondo. Tuttavia le opere esposte sono appartenenti a epoche diverse e ognuna racconta una storia diversa. Il meccanismo artistico che fa muovere il museo è quindi complesso e variegato. Quindi ben rappresentato dalla sfera di Arnaldo Pomodoro.

Arnaldo Pomodoro - photo by @ale_cata.95

Arnaldo Pomodoro – photo by @ale_cata.95

Le due sculture a confronto.

Le due sculture rappresentano quindi l’arte italiana tra il vecchio e il nuovo, tra l’antico e il moderno, entrambe accolte dai Musei Vaticani. Da notare inoltre l’ultimo particolare che unisce le due sculture: entrambe sono fatte in bronzo.

Il rapporto tra la Pigna del II secolo d.C. di Publio Cincio Savio e la Sfera di Arnaldo Pomodoro, eseguita tra il 1979 e il 1980, rappresentano la sintesi del genio artistico italiano. Sospeso tra vecchio e nuovo ma capace di mutare, adattarsi ai tempi e assorbirne le urgenze, le crisi, i dissapori. L’arte italiana ( e non solo) via attende quindi ai Musei Vaticani. Ogni visita che effettuerete non sarà mai la stessa, ma sempre nuova ai vostri occhi.

In questo post abbiamo parlato di una delle prime tappe fondamentali di un itinerario ideale per visitare i Musei Vaticani. Nel  prossimo post mi soffermerò invece su uno dei gruppi statuari più famosi dell’antichità, il Loaooconte!